Edilizia acrobatica: si può sempre sostituire all’edilizia “tradizionale”?
di A. Gabutti
26 luglio, 2023
Le opinioni espresse nell’articolo sono da considerarsi meramente personali e non espressione dell’associazione
#Edilizia #acrobatica: il nome di questa attività esercita un certo fascino. Se ne sente parlare di più, si vedono sempre più spesso pubblicità che ne elencano i pregi e l’economicità. È un approccio innovativo che consente di risolvere in modo più efficiente ed economico alcune tipologie di lavori, quali ristrutturazioni di facciate, interventi di impermeabilizzazione, pulizie, manutenzioni e molte altre.
Vedere questi acrobati edili in azione è davvero uno spettacolo. L’idea di unire le tecniche e le attrezzature dell’arrampicata sportiva e dell’alpinismo per risolvere problemi in ambito edilizio sembra un’idea azzeccata.
Chi ha potuto sperimentare l’arrampicata sportiva, però, si può rendere conto che la gestione degli aspetti di sicurezza richiede degli aggiustamenti e delle attenzioni molto maggiori rispetto alle attività edili condotte su opere provvisionali tradizionali.
L’obiettivo di quest’articolo è quello di porre l’attenzione sulle criticità e rischi potenziali di questa attività rispetto ai metodi tradizionali, perché la prospettiva di risparmiare tempo e denaro potrebbe portare ad un aumento ingiustificato dei livelli di rischio. E di acrobazie nei cantieri non mancano immagini e video.
Da un punto di vista di valutazione dei rischi, il rischio principale che salta all’occhio è quello di caduta dall’alto durante le attività di lavoro in quota. Naturalmente non è il solo rischio presente: in base all’intervento da effettuare si dovrà valutare *congiuntamente*, in modo integrato, l’uso di attrezzature di lavoro, lo stress termico, le eventuali condizioni climatiche sfavorevoli improvvise (ad es. un temporale, l’arrivo di forte vento…), l’impiego di eventuali agenti chimici e sostanze pericolose, la caduta dall’alto di materiali, la procedura per attivare eventuali soccorsi, le modalità e le tempistiche per l’effettuazione delle pause fisiologiche, lo stress derivante dall’uso di molteplici DPI e dalla complessità delle manovre, i rischi da interferenza con eventuali altre imprese ecc…
Il #contesto è cioè un aspetto fondamentale da prendere in considerazione, presenta una altissima variabilità e la modalità di lavoro acrobatica non è un’attività che consenta una valutazione del rischio, passatemi il termine, standardizzata. Inoltre, i lavoratori “acrobati edili” sono per forza di cose lavoratori specializzati, devono avere una formazione specifica molto approfondita sulle tecniche di assicurazione, un addestramento specifico per l’uso corretto dei DPI e dei sistemi anticaduta (in genere più complessi), devono essere dotati di DPI che si integrino in modo confortevole… gli aspetti da tenere sotto controllo sono pertanto molto numerosi.
È importante inoltre che i lavoratori “acrobatici” sappiano fare una cosiddetta valutazione dei rischi dell’ultimo minuto (libera traduzione di LMRA – last minute risk analysis).
Tutto quanto detto finora non è “aggratis”: richiede investimenti in materiali, DPI, collaudi delle attrezzature, tempo dedicato alla formazione e all’addestramento, scelta di lavoratori con caratteristiche di calma, concentrazione e doti fisiche ben precise… Per cui mi viene spontaneo chiedermi se certi preventivi economici tengano debito conto di tutti questi fattori.
Personalmente, quello che mi preoccupa è che un committente, in mancanza di competenze specifiche, possa non valutare attentamente costi e benefici dell’edilizia tradizionale e dell’edilizia acrobatica, attratto dall’ipotetica maggior economicità attribuibile a quest’ultima, perché idealmente consente di “risparmiare” sulle opere provvisionali e sui tempi di esecuzione.
Per concludere, l’edilizia acrobatica ha sicuramente ampliato le possibilità di intervento per lavori particolari e può essere una soluzione efficiente ed efficace, ma non è una modalità di effettuazione dei lavori che può essere automaticamente scelta perché più economica o più performante, dato che presenta delle sfide maggiori per quanto riguarda la gestione dei #rischi, rispetto all’utilizzo di opere provvisionali o piattaforme di lavoro elevabili #PLE. A mio modo di vedere, considerando l’obbligo di dover ridurre al minimo i rischi dell’attività, la scelta di utilizzare tecniche di edilizia acrobatica dovrebbe essere fatta sulla base di un’accurata analisi del #contesto, che ad esempio escluda la possibilità di utilizzare opere provvisionali in modo conforme, seguita da una attenta valutazione preliminare dei rischi e dall’elaborazione di un idoneo piano di emergenza specifico con particolare riferimento alle manovre di soccorso.
Per chiudere, complimenti a tutti quei lavoratori *consapevoli dei rischi*, in grado di compiere in #sicurezza questo genere di attività!
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sulla questione, per cui vi invito a commentare e anche criticare quanto detto nell’articolo, con l’obiettivo di creare un maggior consapevolezza per chi fosse interessato ad approfondire questo tema.