E’ possibile trasformare un infortunio in un’opportunità?
di A. Gabutti
21 giugno, 2023
Le opinioni espresse nell’articolo sono da considerarsi meramente personali e non espressione dell’associazione
La domanda, un po’ provocatoria, serve a stimolare uno spunto di riflessione sulla gestione delle fasi successive ad un infortunio.
Spesso siamo portati a decidere “di pancia” quali azioni correttive adottare, sulla scia dell’impatto emotivo generato da un infortunio in azienda, ma vedremo che agire d’impulso non è la strategia ottimale e può farci sprecare denaro e risorse senza fare realmente della PREVENZIONE.
Una corretta e completa ANALISI DELLE CAUSE è fondamentale per stabilire come e dove agire, ed è importantissimo adottare un metodo che consenta di evidenziare quelle che comunemente vengono chiamate “cause radice”.
Vi sono molti metodi, più o meno raffinati, a partire dai 5 perché fino ad arrivare a tecniche più moderne, quali la Apollo Root Cause Analysis e altre. Tuttavia, per applicarle correttamente, è fondamentale ritagliarsi del tempo per ricostruire il più precisamente possibile la sequenza dei fatti e i dettagli dell’evento, per creare cioè un DINAMICA CONDIVISA.
Perché condivisa? Perché l’analisi delle cause, per essere realmente efficace, è un’attività da svolgersi in TEAM. Senza avere “validato” una dinamica condivisa dell’infortunio, si può incappare in diverse interpretazioni dell’accaduto, che a loro volta portano a scegliere azioni correttive non ottimali o, all’estremo, non fare nulla. È pertanto necessario che tutti i partecipanti del TEAM siano concordi sulla definizione del problema e soprattutto sulla rilevanza delle conseguenze / impatti.
Bisogna cioè mettere insieme quante più informazioni dettagliate sul come, dove, quando… e soprattutto ascoltare le varie “versioni” dell’accaduto, dato che oltre all’infortunato possono esserci testimoni quali il preposto, l’operatore, i soccorritori ecc.
A questo punto, risulta evidente che l’ANALISI DELLE CAUSE non è un’operazione banale da eseguire, bensì un processo che necessita di essere attentamente PROGETTATO e strutturato in un’apposita PROCEDURA, che definisca:
La composizione del TEAM DI ANALISI: RSPP, RLS, Preposto, Dirigente ed eventuali altri interessati, ad es. il resp. Impianti o il preposto di un’impresa esterna, quando necessario.
Le modalità di raccolta delle informazioni per la definizione della DINAMICA CONDIVISA;
Il metodo adottato per l’analisi delle cause;
I criteri di scelta delle soluzioni;
Le modalità di monitoraggio e verifica delle soluzioni;
Questo è solo uno dei moltissimi motivi per cui raccomandiamo di strutturare un SISTEMA DI GESTIONE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO UNI ISO 45001:2018.
Vedremo infatti nei prossimi articoli l’importanza di applicare questi concetti agli incidenti in generale e soprattutto ai cosiddetti NEAR MISS, cioè i MANCATI INCIDENTI.
La risposta alla domanda iniziale è quindi un deciso SI’, perché nonostante l’infortunio sia avvenuto, si possono gestire gli esiti per fare prevenzione, cogliere nuove opportunità di CAMBIAMENTO, ridurre la possibilità che altri si facciano male nello stesso modo, migliorare le condizioni di sicurezza dell’organizzazione, evitare sprechi di soldi e risorse in azioni correttive/preventive poco efficaci.
PER FARE PREVENZIONE È NECESSARIA ORGANIZZAZIONE.